La Periferia e la partecipazione
Periferie
Periferia al centro, periferia partecipata, resilienza, paesaggio, ,valori identitari delle comunità, socialità, inclusione sociale, policentrismo sono alcuni degli slogan utilizzati nelle strategie messe in campo a Roma dal Comune per la trasformazione delle periferie romane, a partire dal 2001 al 2008 per affrontare il tema della riqualificazione e dello sviluppo locale dei quartieri in condizioni di forte disagio urbano e sociale .
Questi slogan hanno trasmesso ai cittadini il messaggio che nella città, ma più in particolare nelle aree più periferiche, si intendeva lavorare con concretezza e celerità, con programmi strettamente integrati e con processi di partecipazione allargata per individuare ed accelerare strategicamente le trasformazioni fisiche ed economiche, garantendo il dialogo sociale, i processi di coesione, lo sviluppo e rafforzando la sostenibilità delle decisioni .
Parte dell’amministrazione comunale di Roma, 2000-2008, ha identificato nella partecipazione un metodo fondamentale, necessario per la formazione delle decisioni in materia di trasformazioni urbane, in particolare per la riqualificazione urbana, in modo da migliorare attraverso un percorso strettamente integrato la condizione abitativa socioeconomica, la qualità della vita i, promuovere l’inclusione sociale e favorire la trasparenza dei processi decisionali .
Le periferie della città di Roma costituiscono un ambito d’intervento assai esteso; comprendono circa il 90% del territorio comunale e ospitano circa l’80% della popolazione. Alcuni quartieri della periferia sono caratterizzati da oggettive difficoltà strutturali e di mobilità, da carenza di servizi e di spazi pubblici. Ma al tempo stesso sono caratterizzate dalla presenza di testimonianze culturali relative ad una ricca stratificazione dell’insediamento, a partire dall’inizio del primo millennio a.C., e di significative risorse ambientali, di paesaggio, di identità culturale e sociale, in misura ben piu’ rilevante rispetto ad altre metropoli europee. I territori della periferia sono ricchi di risorse ancora disponibili. Inoltre in questi territori è vivacissimo il tessuto sociale aggregativo, la storica capacità di organizzarsi come piccole comunità , radicate nei territori e che perseguono richieste ed obiettivi di vario tipo con le istituzioni
PROGRAMMI PARTECIPATI
Contratti di quartiere
Per la riqualificazione della periferia vengono attuati Contratti di quartieri, veri e propri programmi strategici di tipo integrato, che attraverso l’attivazione di un processo partecipativo definiscono azioni ed interventi di trasformazione fisica, economica e sociale finalizzati allo sviluppo locale. Diversi programmi di questo tipo si trovano in una fase attuativa: Centocelle, Tor Bella Monaca, Garbatella, Pigneto, Tor Sapienza, Canale dei Pescatori; altri sono stati approvati: CdQll Primavalle, Quarticciolo, Corviale, Tor Marancia. In entrambi i casi gli abitanti degli ambiti interessati dal programma hanno partecipato alla definizione di strategie appropriate e sostenibili di sviluppo locale. I primi risultati dell’attuazione confermano che essi possono costituire un efficace strumento di politiche integrate.
I Laboratori territoriali nei quartieri
I laboratori territoriali di Laurentino, Corviale e Quartaccio sono luoghi di incontro a carattere permanente, dove amministrazione, nel 2000-2008, e cittadini si sono incontrati per mettere in pratica una gestione condivisa delle trasformazioni del territorio. Nei laboratori si studiano, analizzano, discutono e progettano le trasformazioni del territorio, mettendo in atto pratiche democratiche di sviluppo locale. Le priorità del laboratori sono rivolte all’ascolto degli abitanti, alla raccoltà dei loro contributi sulle emergenze da affrontare e al tempo stesso su considerazioni di carattere progettuale rivolte alla risoluzione dei problemi.
La partecipazione come strumento per l’ intervento nelle aree ex abusive:
Autopromozione del territorio
Nelle zone ex-abusive del Comune di Roma è in atto una modalità di pianificazione denominata autopromozione che prevede il coinvolgimento diretto dei cittadini nei lavori di riqualificazione: pianificazione, realizzazione di servizi, attrezzature ed infrastrutture. I cittadini, si riuniscono in associazioni e Consorzi per realizzare direttamente le opere pubbliche. L’esecuzione dei lavori, attraverso i Consorzi, garantisce sia la condivisione degli obiettivi, sia la successiva conservazione del bene in quanto frutto dell’opera comune. Finora, circa 40.000 cittadini si sono organizzati in 40 Consorzi di autorecupero.
Le forme di autopromozione del territorio riguardano: (1) attuazione dei piani particolareggiati per le zone ex-abusive, zone “O”; (2) progettazione e attuazione urbanistica delle nuove zone di espansione spontanea denominate toponimi; (3) realizzazione, tramite le opere a scomputo, delle infrastrutture inerenti l’urbanizzazione primaria e secondaria; (4) realizzazione di alloggi da adibire ad edilizia residenziale pubblica definita autorecupero a fini residenziali.
Autopromozione sociale
L’Autopromozione sociale, con i progetti avviati con i bandi della legge Bersani, ha puntato a promuove la nascita e il consolidamento di nuove iniziative economiche per la riqualificazione ambientale e sociale del territorio di Roma, in particolare nelle periferie. Secondo un approccio che coniuga interventi urbanistici e sviluppo della piccola imprenditoria, l ‘ autopromozione si propone di finanziare attraverso fondi assegnati con bandi progetti di impresa volti alla creazione di nuova occupazione nelle aree periferiche della città, con un’attenzione particolare verso quelle attività economiche ad alto contenuto qualitativo e innovativo fra cui il commercio equo e solidale.