La partecipazione dei cittadini
I Laboratori territoriali della partecipazione dell’ Amministrazione con i cittadini, laboratori distribuiti nei vari quartieri per seguire direttamente e concretamente le esigenze , i bisogni e definire e verificare scelte strategiche ed interventi fisici, sociali , di sviluppo economico, culturali
Rete Partecipando (Progetto Urbact) Un Progetto Europeo con Roma capofila del programma
Il progetto Urbact, Rete Partecipando è un progetto europeo nato sulla scia dei progetti Urban. La Rete Partecipando, di cui il Comune di Roma è capofila, riunisce 22 città europee con l’obiettivo di riflettere, diffondere e capitalizzare aspetti positivi e criticità delle pratiche partecipative locali. La Rete ha sviluppato 9 inchieste locali (Roma, parigi, Napoli, Cosenza, Reggio Calabria, Grenoble, Bordeaux, Newcastle, bruxelles), realizzati da esperti tematici. Il metodo di lavoro adottato ha integrato i punti di vista di amministratori, politici, esperti tematici e abitanti. I diversi aspetti della partecipazione sono stati affrontati in 11 seminari tematici realizzati nelle diverse città partner della Rete. I lavori svolti sono stati rielaborati e sistematizzati all’interno di un Manuale Europeo per la Partecipazione pubblicatoin francese ed inglese. La Rete ha anche elaborato una “Carta per la Partecipazione”, documento di impegno politico, prodotto sulla base del confronto fra i rappresentanti politici delle città partner.
La partecipazione per ricostruire paesaggio ed identità nei quartieri della periferia
Ritrovare identità, comunità
Non è immediato associare Il concetto di paesaggio, all’idea di periferia perchè è difficile percepirne i valori nelle aree di margine della città, o nella campagna periurbana. Sembrerebbe quasi che il disagio che si associa a questi insediamenti, debba necessariamente determinare una sorta di annullamento degli aspetti paesaggistici dell’ambiente in cui sono inseriti.
Al contrario, proprio nei quartieri della periferia basta guardarsi intorno con un po’ di attenzione per scoprire, elementi, risorse ancora naturali, frammenti di campi agricoli in semi abbandono, che oggi determinano una lettura di disordine urbano, ma che in futuro potrebbero, opportunamente recuperati, costituire l’occasione per la ricostruzione dell’identità dei luoghi e offrire un rinnovato concetto di paesaggio urbano.
La strategia per riqualificare la periferia, che sviluppata a Roma, fra il 2001 e il 2008 si poneva l’obiettivo di invertire la lettura negativa corrente, per sviluppare proprio il tema del “paesaggio urbano” e della sua ricostruzione attraverso la partecipazione attiva degli abitanti ,che in esso vivono e si riconoscono. La riscoperta e la ricostruzione del paesaggio diviene così elemento determinante nei progetti di riqualificazione che, a loro volta, si propongono l’integrazione fra l’urbanizzato e il territorio agricolo periurbano, il miglioramento della coesione sociale e degli aspetti di ecosostenibilità.
Il Comune di Roma attraverso il Dipartimento per le Periferie ha provato a dare pratica attuazione ad un programma denominato “Paesaggi ed identità della Periferia”, che rappresenta l’applicazione di questa strategia, in quanto propone una lettura delle città in chiave ecosistemica e paesaggistica ed è relativo ad un complesso di interventi di valorizzazione dell’ambiente urbano a varia scala. Quelle realizzazioni sono state importanti punti di partenza per molti quartieri.
Occorre osservare che Il disegno della città antica era infatti profondamente influenzato dalla topografia e dalla presenza delle risorse naturali e l’insediamento si appoggiava ad una fitta rete di ville, villaggi e quartieri suburbani di cui, in molti casi, sopravvive ancora oggi la memoria nell’organizzazione dei campi, nei resti architettonici e nella toponomastica.
Queste tracce superstiti dell’insediamento storico possono necessitare, in taluni casi, di un attento lavoro di ricostruzione, ma la loro riscoperta tutela e valorizzazione, non è solo una esigenza della cultura storico-archeologica ma offre, soprattutto, interessanti possibilità per i progetti di ricostruzione del paesaggio e dell’identità della città contemporanea.
L’obiettivo è quello di restituire dignità, identità, centralità e socialità a quei territori messi in crisi dai nuovi flussi migratori, dalle nuove povertà, dall’emarginnazione sociale, dalla multietnicità, dai problemi di sicurezza e di qualità ambientale, dal disagio urbano.
PROGRAMMI PARTECIPATI
Contratti di quartiere
Per la riqualificazione della periferia vengono attuati Contratti di quartieri, veri e propri programmi strategici di tipo integrato, che attraverso l’attivazione di un processo partecipativo definiscono azioni ed interventi di trasformazione fisica, economica e sociale finalizzati allo sviluppo locale. Diversi programmi di questo tipo si trovano in una fase attuativa: Centocelle, Tor Bella Monaca, Garbatella, Pigneto, Tor Sapienza, Canale dei Pescatori; altri sono stati da poco approvati: CdQll Primavalle, Quarticciolo, Corviale, Tor Marancia. In entrambi i casi gli abitanti degli ambiti interessati dal programma hanno partecipato alla definizione di strategie appropriate e sostenibili di sviluppo locale. I primi risultati dell’attuazione confermano che essi possono costituire un efficace strumento di politiche integrate.
Laboratori territoriali Laurentino – Corviale – Quartaccio
I laboratori territoriali di Laurentino, Corviale e Quartaccio sono luoghi dove amministrazione, 2000-2008, e cittadini si sono incontrati per mettere in pratica una gestione condivisa delle trasformazioni del territorio. Nel laboratori si studiano, analizzano, discutono e progettano le trasformazioni del territorio, mettendo in atto pratiche veramente democratiche di sviluppo per la nostra società. Le priorità del laboratori sono rivolte all’ascolto degli abitanti, alla raccoltà dei loro contributi sulle emergenze da affrontare e al tempo stesso su considerazioni di carattere progettuale rivolte alla risoluzione dei problemi.
La partecipazione come strumento di intervento nelle aree ex abusive:
Autopromozione del territorio
Nelle zone ex-abusive del Comune di Roma è in atto una modalità di pianificazione denominata autopromozione che prevede il coinvolgimento diretto dei cittadini nei lavori di riqualificazione: pianificazione, realizzazione di servizi, attrezzature ed infrastrutture. I cittadini, si riuniscono in associazioni e Consorzi per realizzare direttamente le opere pubbliche. L’esecuzione dei lavori, attraverso i Consorzi, garantisce sia la condivisione degli obiettivi, sia la successiva conservazione del bene in quanto frutto dell’opera comune. Finora, circa 40.000 cittadini si sono organizzati in 40 Consorzi di autorecupero.
Le forme di autopromozione del territorio riguardano: (1) attuazione dei piani particolareggiati per le zone ex-abusive, zone “O”; (2) progettazione e attuazione urbanistica delle nuove zone di espansione spontanea denominate toponimi; (3) realizzazione, tramite le opere a scomputo, delle infrastrutture inerenti l’urbanizzazione primaria e secondaria; (4) realizzazione di alloggi da adibire ad edilizia residenziale pubblica definita autorecupero a fini residenziali.
Autopromozione sociale
L’Autopromozione sociale ha puntato a promuove la nascita e il consolidamento di nuove iniziative economiche per la riqualificazione ambientale e sociale del territorio di Roma. Secondo un approccio che coniuga interventi urbanistici e sviluppo della piccola imprenditoria, l ‘ autopromozione si propone di finanziare attraverso fondi assegnati con bandi progetti di impresa volti alla creazione di nuova occupazione nelle aree periferiche della città, con un’attenzione particolare verso quelle attività economiche ad alto contenuto qualitativo e innovativo: commercio equo e solidale, artigianato, filiera del biologico, ecc…